Segnalo che il numero di maggio 2015 8 1/2, la rivista di cinema e visual culture diretta da Gianni Canova è interamente dedicato all'analisi del rapporto tra media e agricoltura. Si parla di Ermanno Olmi, Green Movie, documentari sulla campagna e altro ancora...
In vendita nelle migliori librerie in formato cartaceo, il numero venti di 8 1/2 include diversi interventi sui videogame. Nei miei due contributi discuto da un lato l'ascesa del genere sim declinato in versione Farm. Esamino, in particolare, il fenomeno Farming Simulator, che dopo aver riscosso un grande successo in versione PC, ha appena fatto il suo debutto console. Sviluppato dallo studio svizzero Giants Software per Focus Interactive, la serie può contare sull'entusiasmo di una legione di fattori virtuali. Gli epigoni, nel frattempo, si moltiplicano. A giugno, Koch Media distribuisce in Italia Farm Expert 2016 mentre Namco Bandai ha annunciato Professional Farmer 2016 e Professional Lumberjack 2016, entrambi sviluppati da UIG Entertainment. FX Interactive ha recentemente pubblicato Pro Farm Simulator Premium, mentre Koch Media distribuisce altri prodotti di Ravenscourt a tema tecno-agricolo come Farm Mechanic Simulator 2015. Insomma, la tsunami di simulazioni rurali prosegue inarrestabile, anche se fa parte di una lunga tradizione di videogame che include la serie di Harvest Moon, Farmville ma anche come Banished o Hau Day.
Nell'articolo "Dita sottratte all'agricoltura" discuto l'ideologia sottesa a questo genere di prodotti, soffermandomi sul paradosso del "realismo" digitale e sull'assenza di riferimenti ai turpi fenomeni che contraddistinguono l'agraria industriale contemporanea (Big Farm) come lo sfruttamento schiavistico della manodopera a basso costo, l'uso di pesticidi e l'imposizione draconiana di organismi geneticamente modificati, senza dimenticare le assurde logiche del capitalismo globalizzato che regolano la compravendita di frutta e verdura. Non parliamo, poi, degli orrori dell'allevamento industriale, veri e propri campi di concentramento per animali.
Di seguito, un estratto:
In un segmento della cultura visuale dominato da sparatorie, massacri e dosi massicce di ultraviolenza digitale, Farming Simulator costituisce una piacevole anomalia, un bug virtuoso, un errore di Sistema. Per chi non lo sapesse, negli sparatutto in soggettiva, il ricorso alla motosega ha un’unica funzione: la decapitazione dei propri avversari. Proprio come in un film splatter. In Farming Simulator, invece, viene usata per tagliare i tronchi degli alberi. Questo aspetto di assurda prevedibilità produce effetti di dissonanza cognitiva. E non è tutto: la simulazione agraria sviluppata da Giants Games permette di gestire ogni aspetto di una moderna fattoria, praticando attività che spaziano dal dissodamento del terreno alla semina, dall’irrorazione di fertilizzanti alla mietitura, dalla raccolta della frutta alla potatura degli alberi, dall’allevamento alla vendita. (Matteo Bittanti, 2015)
Focus Interactive, Farming Simulator 15, 2015
Nel secondo pezzo pubblicato su 8 1/2 discuto McDonald's Videogame, il videogioco politico di Paolo Pedercini che nel 2016 compie dieci anni. Non si tratta tanto di un postmortem, quanto di una disamina delle influenze letterarie e cinematografiche che caratterizzano il seminale titolo di Molleindustria. L'articolo si apre così:
Nel 1993, il George Ritzer pubblica un saggio destinato a diventare un classico, The McDonaldization of Society (in italiano, Il mondo alla McDonald's, Il Mulino, 1997). Secondo il sociologo americano, le prerogative di McDonald’s basate sul sistematico sfruttamento delle risorse umane ed ambientali hanno prodotto effetti deleteri. Lungi dall’essere una semplice multinazionale, McDonald’s è l’espressione più riuscita dall’imperialismo agro-alimentare statunitense. Essa ha prodotto il fenomeno della mcdonaldizzazione: sinonimo di globalizzazione, questo insieme di processi socio-economici prevede l’iper-razionalizzazione di pratiche lavorative modellate su una logica insieme industriale - la produzione e consumo di merci (in questo caso, “cibo”) impostate su logiche di tayloriste - e post-industriale - l’outsourcing della forza lavoro, la sostituzione di tecnologia non-umana a quella umana, la riproducibilità universale dei principi di efficienza, calcolabilità, prevedibilità e controllo, il monitoraggio costante della manodopera, la mercificazione di individui e relazioni sociali. (Matteo Bittanti, 2015)
Molleindustria, McDonald's Videogames, 2006
L'articolo fa seguito all'intervento di Paolo Pedercini durante Critica della Ragione Tecnologica, la conferenza sulla tecno-ideologia tenutasi alla Triennale di Milano il 23 e 24 gennaio 2015, intitolato "I videogiochi e l'essenza del capitalismo":
Buona lettura e, soprattutto, buon divertimento.
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