So I am just cruising the Coast when I see a XBL name i haven't seen in a while. It was my buddy Drew. Sadly Drew passed away about a year ago. He was only 19 years old. Anyways i see his driveatar [sic], I Immediately pull up behind him and challenge him to a race. It was pretty surreal it was like i was playing with him again on xbox. It was bittersweet, but just another reason to love this game. Thank you for bringing me that moment with him. (Redditgamers)
Traduzione italiana: Ok, sto guidando sulla costa quando m'imbatto in un nickname di Xbox Live che non vedevo da tempo. Era il mio amico Drew. Purtroppo Drew è morto circa un anno fa. Aveva solo diciannove anni. In ogni caso, ho riconosciuto il suo drivatar e mi sono avvicinato per sfidarlo a una gara. Si à trattata di un'esperienza surreale: è come se stessi giocando con lui sul mio Xbox. Una cosa insieme triste e piacevole, un'altra ragione per amare questo gioco. Grazie per avermi dato la possibilità di spendere qualche momento in sua compagnia. (Redditgamers)
Si noti che, per Redditgamers, Drew e il drivatar di Drew (Drewatar?) sono equivalenti, equipollenti, interscambiabili. Nel ringraziare Microsoft "per avermi dato la possibilità di spendere qualche momento in sua compagnia", il nostro attesta la propria incapacità di distinguere tra il meatware (= Drew, ivi inteso come essere umano) che performa in forma simbolica per mezzo di un dispositivo tecnologico formato da una console, una rete internet, uno schermo, un videogioco, un controller etc. e il Drewatar inteso come quella curiosa, complessa combinazione di hardware, software, network, codice e intelligenza artificiale che concorrono alla creazione e performatività del drivatar, ovvero la manifestazione virtuale di un essere umano (= Drew) ormai deceduto.
Chiaramente, il Drewatar non abbisogna di Drew. Sotto molto aspetti, lo ha rimpiazzato completamente.
Nelle pagine del seminale La camera chiara (1980), Roland Barthes descrive un'immagine che lo ossessiona, la cosiddetta "fotografia del giardino d'inverno". Questa istantanea color seppia, con i bordi smangiucchiati ritrae la madre da bambina in compagnia del fratello. Barthes scrive che “La foto è letteralmente un’emanazione del referente” grazie al processo chimico che consente di “captare e fissare direttamente i raggi luminosi emessi da un oggetto variamente illuminato" sulla pellicola. La fotografia è un memento, un ricordo, una traccia di chi c'era, ma ora non c'è più, in questo caso, la donna. Essa è naturalmente disposta al lutto. Scrive il semiotico francese:
Così, per quanto smorta sia, la Fotografia del Giardino d’Inverno è per me il tesoro dei raggi che emanavano da mia madre bambina, dai suoi capelli, dalla sua pelle, dal suo vestito, dal suo sguardo, quel giorno. (Barthes 1980, p. 68)
Beninteso, videogioco e fotografia hanno (relativamente) poco in comune.
Tuttavia, il drivatar è un'immagine in movimento che per Redditgamers riveste un'importanza affettiva, emotiva e auratica speciale.
Questo forse spiega perché Redditgamers - come Barthes quarant'anni prima - ha scelto di non mostrarla al suo pubblico.
La fotografia del giardino d'inverno e il Drewatar intravisto in Forza Horizon 3 hanno un valore unico, sostanzialmente incomunicabile.
Quando ho letto il post su Reddit, mi sono immediatamente domandato se - data la giovane età - la morte di Drew fosse stata causata da un incidente d'auto. (2)
Se così fosse, il drivatar sarebbe anche un ghost: un'entità ludo-ectoplasmatica condannata a guidare ad aeternum sulle strade dell'Australia virtuale di Forza Horizon 3. Il videogioco dunque innesca una sorta di eterno ritorno, per cui il Drewatar acquista il carattere dell'extra life imposta al morituro.
Le implicazioni sono significative: in questo caso, la promessa religiosa immortalità dell'aldilà si riduce, più prosaicamente, alla mera simulazione della persistenza motoristica in un aldiqua simbolico, una sorta di sospensione criogenica in cui il permadeath diventa un permalife, o meglio, permapseudolife. In breve, siamo intrappolati in un episodio di Black Mirror (3). Più che una benedizione, un incubo che ricorda la condizione degli esseri umani congelati-e-coscienti a tempo indeterminato nell'ultimo, splendido romanzo di Don DeLillo, Zero K.
Nell'essenziale libro Nello sciame, visioni del digitale (Nottetempo, 2015) il filosofo di origini coreane Byung-Chul Han (2015) scrive:
Non viviamo, oggi, in un tempo di morti viventi, nel quale non solo l'esser-nati, ma anche il morire sono divenuti impossibili? (p. 48)
I media digitali non "sorpassano", in effetti, le forze umane? Non portano a una moltiplicazione rapidissima, non più controllabile, degli spettri? (p. 72)
Stando alle previsioni del massimo evangelista della Singolarità, Raymond "Ray" Kurzweil, tra pochi anni potremo abbandonare quel fardello altrimento noto come carne-e-ossa e "scaricare" il nostro cervello in rete (4). Questo processo di download neurale ci consentirà di vivere per sempre sotto forma di intelligenze scorporate e di muoverci liberamente tra i nodi di internet.
Mi domando se Forza Horizon/Motorsport rappresenti un'anticipazione ludica di questo futuro possibile. In futuro, diventeremo tutti drivatar, bot virtuali che continuano a percorrere le strade della rete, indipendentemente dalla nostra volontà.
Non è un caso che sia un racing game a prefigurare questo scenario: se internet è "l'autostrada dell'informazione", Xbox Live è un circuito informazionale.
Se il vaticinio di Kurzweil trovasse una conferma, tra qualche anno potremo schizzare a tutta velocità - nella forma vicaria del nostro drivatar, ossia senza corpo - senza andare veramente da nessuna parte.
Una perfetta allegoria della vita quotidiana nelle società neoliberiste: sei "libero" di girare in circolo, appesantito dai debiti, prima dello schianto finale.
Crash. Game Over. Drivatar. Game on. Forever.
Mi congedo con un episodio a tema di INTERVALLO, un recente progetto di COLL.EO.
Note
- La creazione dell'oltre-luogo e del divino in quanto tale è stata prodotta attraverso un processo descritto dal filosofo tedesco Ludwig Feuerbach.
- Barthes, per chi non lo sapesse, è stato investito da un van, mentre rientrava da una festa.
- L'episodio in questione s'intitola "Be Right Back” (2013). Devastata dalla perdita del fidanzato Ash, deceduto in un incidente d'auto (!), Martha decide di sottoscrivere un abbonamento a un servizio che utilizza le precedenti comunicazioni online dello sposo per creare un avatar digitale, un bot sofisticato, un Ashwatar che continui ad interagire con lei. In un primo tempo, il bot invia messaggi testuali sul suo smartphone, quindi la chiama a voce direttamente sul telefono. A quel punto, la donna decide di acquistare una versione "upgradata" dell'intelligenza artificiale che consiste in un androide iper-realistico nel cui "cervello" è stato impiantato il bot di Ash. Tuttavia, la perturbante verosimiglianza finisce per alienare la protagonista, che decide di confinare il clone nell'attico.
- Che per i neopositivisti tecnologici della Silicon Valley corrisponde a ciò che i credenti chiamano "anima".
Appendice
Sotto, il messaggio integrale di Redditgamers pubblicato su Reddit:

Redditgamers ha inoltre chiarito che il Drivatar di Drew è stato creato originariamente in Forza Motorsport 5 e automaticamente trasferito nei successivi giochi delle serie Horizon/Motorsport. In breve, la risurrezione è una clausola dell'EULA: non negoziabile.
