Se qualcuno nutriva dubbi sul fatto che la guida è diventata un videogioco, il nuovo video condiviso oggi dal patron randiano Elon Musk toglie ogni dubbio: una Tesla Model 3 naviga gli spazi simulacrali della NorCal grazie al pilota automatico di bordo, che dal 2017 sarà disponibile per tutti i modelli.
Il pilota è, letteralmente, un ghost.
L'estetica del video - accompagnato dai Rolling Stone di Paint It Black - ("I see a line of cars and they're all painted black/With flowers and my love, both never to come back") evoca quella dei trailer di Need for Speed, con l'unica differenza che qui l'obiettivo è individuare un parcheggio: Need for Parking in un non-luogo popolato esclusivamente da veicoli Tesla. La Bay Area come Westworld: high-tech, perturbante e post-umana.
Notate l'alternarsi delle inquadrature delle camere montate sull'auto che evocano le visuali fluide dei moderni videogiochi (rear, side, frontal, medium range camera + l'inevitabile drone), eccezione fatta per il ricorso al bianco e nero, che qui ha la funzione di evocare la monocromia deprimente delle autovetture convenzionali vs. il mondo colorato di Tesla.
Nel momento in cui la guida reale si smaterializza e il driver è declassato al ruolo di passenger ("He looks through his window/What does he see?/He sees the sign and hollow sky," Iggy Pop), gli spazi videoludici si riconfigurano come unici orizzonti possibili della navigazione motoristica.
Ma dato che il regime simulativo è diventato normativo - acquistando piena valenza ontologica - il racing game si fa due volte virtuale, grazie alla tecnologia della virtual reality.
Driveclub VR è l'esempio più lampante:
Siamo intrappolati nel feedback loop e giriamo in circolo, senza fermarci.
LINK: Orizzonti di Forza