Un’immagine del live streaming di Among Us organizzato da Alexandria Ocasio-Cortez nel novembre 2020 (fonte: Twitch)
Il più importante evento videoludico del 2020 è stato il doppio live streaming di Alexandria Ocasio-Cortez in arte AOC su Twitch: Among Us come metafora della scena politica nel Ventunesimo secolo in una nazione segnata dall’estrema polarizzazione, dalla disinformazione pervasiva e dalla crescente disuguaglianza economica.
Considerando che tanto la sottocultura gamer quanto l’immaginario videoludico sono dominati dal libertarianismo di destra e dal criptofascismo, la performance autunnale della progressista Alexandria Ocasio-Cortez (D-New York) acquista particolare rilevanza. L'appeal della giovane rappresentante del Congresso è confermata dall'exploit su Twitch: i due live streaming della durata di nove ore (considerando anche i “momenti morti”) hanno segnato nuovi record, Per esempio, è stato raggiunto il picco di 435.000 utenti simultanei nell'ottobre 2020: si tratta di uno dei più grandi successi della storia di questa piattaforma (nota 1). Ma aldilà dei numeri, l’attenzione che questi eventi hanno generato è stato significativo, specie nel contesto della comunicazione mainstream.
La scelta della piattaforma non è casuale: Twitch è uno dei più importanti servizi di video streaming del mondo nonché il sedicesimo sito per popolarità negli Stati Uniti, davanti a Etsy o Walmart, ed è visitato quotidianamente da circa 2.1 milioni di utenti. L'81.5% della base installata è maschile mentre il segmento demografico 18-34 ammonta a circa il 55%.
Ancora meno casuale è il videogioco selezionato per il livestream: sviluppato dallo studio americano Innesloth (nota 2) e introdotto nel 2018 senza troppo rumore, Among Us è un’esperienza ludica peculiare che presenta elementi riconducibili a Mafia, Werewolf e Cluedo nonché una natura fortemente partecipativa: coinvolge infatti due fazioni contrapposte formate da un numero di giocatori compreso tra quattro e dieci. Da una parte gli astronauti “legittimi”, impegnati ad aggiustare un’astronave spaziale in avaria nello spazio siderale. Dall’altro, gli “impostori”, sabotatori professionisti nonché potenziali assassini. Non è necessario leggere tra le righe per cogliere il vero messaggio di Among Us: si tratta di un’efficace metafora dell’arena politica statunitense – ma non solo – caratterizzata da numero ridotto di individui che agiscono per migliorare le condizioni di vita dei cittadini che devono simultaneamente difendersi da numerosi impostori che pretendono di difendere il demos quando in realtà operano appannaggio esclusivo delle aziende e delle élite benestanti. Come in Among Us, anche nella cosiddetta realtà discernere i primi dai secondi è un’impresa tutt’altro che facile: una corretta valutazione richiede attenzione ai dettagli, la volontà di approfondire e di dialogare anche con chi non la pensa come noi, ma, soprattutto, la capacità di non farsi abbindolare dalla disinformazione pervasiva. Le fasi di gameplay sono intervallate da momenti di confronto nei quali i giocatori tentano di individuare gli impostori per espellerli dall’astronave. Questo processo è contraddistinto dalla sistematica menzogna e dall’efficace gestione della percezione del sé: le apparenze contano, di fronte a una webcam così come alla telecamera del network di turno.
Anche in questo senso, Among Us, rappresenta uno specchio fedele dell’ethos politico contemporaneo, tanto nella sua declinazione spettacolare (in chiave debordiana) quanto performativa, ovvero così com’è praticato sui social media. Al pari dell’agone politico, Among Us premia il talento retorico rispetto all’abilità squisitamente tecnica: non contano tanto gli obiettivi pragmaticamente raggiunti (per esempio, la riparazione di una porta guasta o di un pannello difettoso) quanto la capacità del singolo di mentire efficacemente e di autopromuoversi nel modo più sfrontato possibile. In questo senso, la diffusione di informazioni false e tendenziose costituisce un elemento essenziale, esattamente come a livello politico l’esagerazione, l’offuscamento e la menzogna sono gli strumenti privilegiati di comunicazione da parte di una classe politica post-fattuale e complottista. Il politico contemporaneo non propone soluzioni, ma alimenta la confusione e la paranoia, selezionando capri espiatori da un ventaglio di facili bersagli. Il caso esemplare è quello del Presidente Trump, che in poco meno di quattro anni è riuscito a proferire oltre venticinquemila falsità, senza contare la straordinaria attività di disinformazione della sua amministrazione, con il beneplacito e la complicità dell’intero partito repubblicano. Negli ultimi quattro anni, come l’impostore di Among Us, Trump è riuscito a creare un’atmosfera tossica, violando i più elementari principi democratici. Ma lungi dal rappresentare l’eccezione, Trump non è che l’apoteosi di un sistema intrinsecamente fallace, che ha de facto istituzionalizzato le più bieche storture, dal finanziamento indiscriminato ai candidati a una comunicazione politica sempre più sguaiata e violenta. In Among Us, come nel mondo reale, sono generalmente gli impostori ad imporsi, non in modo autoritario bensì con il supporto - esplicito o involontario - degli altri partecipanti. I live streaming di AOC, hanno dunque una funzione eminentemente politica prima che ludica: mostrare che un altro mondo - nonché un'altra forma comunicazione - è possibile.
Beninteso, il ricorso al videogioco per finalità di propaganda politica non è nuovo negli Stati Uniti. Si pensi alle ramificazioni ludiche della campagna presidenziale del 2008 di Barack Obama, che aveva acquistato spazi pubblicitari all’interno di una ventina di videogiochi su Xbox Live tra cui il popolare Burnout Paradise. In tempi più recenti, il team di Joe Biden ha creato un’isola ad hoc in Animal Crossing: New Horizons, un'iniziativa che ha successivamente spinto Nintendo a bandire ogni tipo di comunicazione politica all’interno del gioco. Nel 2016, Hillary Clinton aveva lanciato l'iniziativa "Pokémon-Go-To-The-Polls" senza tuttavia riscuotere particolare successo. Si noti che anche a livello di fiction, il politico-giocatore più celebre della storia è democratico: il perfido presidente Frank Underwood (Kevin Spacey) di House of Cards, che incarna perfettamente l’ideologia gamer.
Un manifesto virtuale di Barack Obama all'interno del videogioco Burnout Paradise. Fonte: Gamespot, 2008.
Una schermata tratta dal quartier generale della campagna di Joe Biden e Kamala Harris all'interno di Animal Crossing: New Horizons. Fonte: The Verge, 2020
Rispetto ai predecessori, la propaganda di AOC è più sfumata e personale: anziché porsi come espressione di un’entità politica istituzionale (il "partito"), AOC rappresenta innanzitutto se stessa e le cause in cui crede. In questo senso, la performance della “spontaneità” e dell’”autenticità” dell’esponente dei Socialisti Democratici Americani è paragonabile alle migliori prestazioni degli streamer di successo, la cui massima abilità consiste nel simulare la prossimità affettiva e l'intimità con i fans, dando vita a un'intensa relazione parasociale. Aiuta il fatto che AOC sa videogiocare: conosce il gergo ("poggers", "marinated"), le convenzioni, gli atteggiamenti e i valori della comunità. In breve, ha "street cred", a differenza di molti colleghi.
Durante il livestream, AOC fa la "voce profonda" in più di un'occasione:
Usa l'ironia...
...E la gestualità in modo efficace.
Per tacere delle espressioni colorite ed esagerate di reazione:
Sullo sfondo bianco, in entrambi gli stream, fanno capolino un poster del Green New Deal e una lavagna con il messaggio "WEAR A MASK".
Anche in termini di graphic design, lo stream di AOC è molto curato.
In questo senso, non basta aprire un canale su Twitch come hanno fatto Donald Trump (centocinquanta mila followers) e Bernie Sanders (centosessantatre mila followers) per attrarre automaticamente legioni di gamer. L'engagement richiede un lavoro intenso e sostenuto: non è frutto di improvvisazione. Inoltre, vista la proliferazione di troll e hater online, esporsi in diretta è sempre un rischio. Tuttavia, AOC non è una esponente della cultura geek che pure corteggia. In primo luogo perché il videogioco non è che un semplice tassello di un più ampio mosaico: fa parte di una comunicazione multicanale che include (privilegia) i social media. In secondo luogo perché, nonostante le posizioni politiche considerate “radicali” dall’establishment politico di estrema destra (il partito repubblicano) e di centro-destra (il partito democratico), l’appeal di AOC è particolarmente forte tra i normies anziché tra i geek. Infine, il gameplay casual, l’estetica fumettosa di Among Us e le skill da noobie hanno contribuito a umanizzare il "personaggio" AOC. Uno sparatutto in soggettiva o un battle royale probabilmente non avrebbero sortito il medesimo effetto (nota 3).
In questo senso, la capacità di AOC di usare il videogioco come canale per galvanizzare un segmento demografico (18-29 anni) che tradizionalmente diserta la politica è astuto senza sembrare opportunistico. Fare politica in modo indiretto, attraverso l’escamotage del videogame, attesta una sofisticata comprensi0ne dello scenario mediatico contemporaneo, specie se paragonata a quella dei colleghi - democratici e repubblicani - la cui nota incompetenza in materia tecnologica è emersa in modo grottesco in svariate occasioni durante le interrogazioni ai vari edgelord della Silicon Valley (nota 4). Inoltre, a differenza del fittizio Underwood, che non ostenta la propria ossessione per i videogiochi, AOC non fa mistero della propria passione. Non è l’unica rappresentante politica in grado di passare dallo smartphone al gamepad in modo fluido e convincente, beninteso. Ilhan Omar (D-Minnesota), un altro membro di ciò che i vertici del partito Democratico definiscono dispregiativamente The Squad (nota 5), è tecnologicamente smaliziato, come attesta l’ostentazione delle specifiche tecniche del proprio personal computer su Twitter, un'espressione quintessenziale del capitale ludico.
Il tweet di Ilhan Omar del 21 ottobre 2020
Ancora più significativo il caso di Hasan Doğan Piker noto come HasaBi, un giovane commentatore politico che usa come piattaforma privilegiata Twitch e che ha partecipato allo stream di AOC. Durante le elezioni presidenziali lo scorso novembre, ha trasmesso in diretta per oltre ottanta ore, come ha dichiarato alla giornalista del New York Times, Taylor Lorenz in un recente profilo.
Lo stream di Hasan Piker durante le elezioni presidenziali 2020.
In un momento storico segnato dall’ascesa del videogioco come modalità di interazione sociale – lo attesta il successo globale di Fortnite, Animal Crossing e lo stesso Among Us – la comunicazione politica “istituzionale” non può fare a meno di cimentarsi con un medium che ha a lungo demonizzato. Una nuova generazione di politici, AOC in primis, ha brillantemente sfruttato il potenziale del mezzo - al di là delle sue logiche puramente competitive, spesso nichiliste - nonché del gioco video, quel complesso ecosistema di produzione e fruizione audiovisiva legata al videogame che ha trovato in Twitch - una piattaforma fruita mensilmente da circa quaranta milioni di americani - un mezzo sempre più influente sul piano socioculturale, come documentato nel volume collettivo Giochi video. Performance, spettacolo, streaming (nota 6). Le attività individuali di AOC e Omar sono inoltre perfettamente allineate alle iniziative di MoveOn, una piattaforma online di affiliazione progressista, che a partire dalla scorsa estate ha organizzato sessioni di streaming incentrate su Among Us in collaborazione con organizzazioni quali Justice Democrats e Crooked Media per incentivare i giovani a votare e per raccogliere donazioni. Il livestream di AOC dello scorso novembre, per esempio, ha fruttato oltre duecentomila dollari da investire per dispense alimentari, l'assistenza legale per difendere gli sfrattati durante la pandemia e varie organizzazioni di sostegno alla comunità.
Il futuro del videogioco non è necessariamente politico, ma il futuro della politica è sicuramente videoludico.
Matteo Bittanti
Note
- Di cui cui poco meno di quattrocentoquaranta mila il 20 ottobre 2020 e oltre un milione e mezzo il 27 novembre 2020 alla vigilia delle elezioni presidenziali (fonte: GamesIndustry, 2020). A oggi, complessivamente, i due video hanno superato quota 7.7 milioni di views su Twitch, senza considerare i reposting su YouTube. Hanno partecipato allo stream insieme a AOC anche Imane Pokimane Anys, Jacksepticeye, Disguised Toast, Valkyrae, Benjamin DrLupo Lupo, Corpse Husband, Mxmtoon e Moistcr1tikal oltre alla collega democratica Ilhan Omar e alla figlia Isra Hirsi. Nella sessione di novembre hanno partecipato allo stream lanche l'influente youtuber Contrapoints, HasanAbi, xQc e il politico canadese Jagmeet Singh Dhaliwal (un esponente del New Democratic Party). Secondo TwitchTracker (vedi sotto), attualmente AOC ha poco più di ottocentomila followers. Si noti che nel maggio 2020, AOC aveva partecipato a una sessione in diretta ad Animal Crossing: New Horizons.
- Il successo di Among Us è ancora più sorprendente se si considera che lo studio che l'ha sviluppato, Innersloth, è formato da quattro persone. Considerando che nel novembre 2020 quasi mezzo miliardo di persone hanno giocato ad Among Us, ogni sviluppatore ha fornito esperienze ludiche per oltre 125 milioni di utenti. Un rapporto sviluppatore-giocatore straordinario. Fonte: The Verge.
- Non va tuttavia dimenticato che AOC è una fan di League of Legends, come ha rivelato svia Twitter lo scorso luglio.
- In questa sede soprassediamo sullo standard italiano, perfettamente esemplificato dell’ex ministro Carlo Calenda, noto appassionato di Grand Theft Auto.
- Ovvero il quartetto formato da Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar, Rashida Tlaib e Ayanna Pressley.
- La popolarità di Among Us deve molto a Chance "Sodapoppin" Morris, uno dei primi streamer influenti a promuoverlo massicciamente, che lo ha 'scoperto' la scorsa estate.
La pagina di AOC su TwitchTracker
Per approfondire